sabato 13 dicembre 2014

THE CITY OF ANGELS, A ROCKIN LOVE STORY

Los Angeles, agosto 2014.

Sono confinata a Redondo Beach (che se non fosse per una canzone di Patti Smith, non saprei neanche cosa, dove, perchè)...ero venuta a Los Angeles sperando di trovarmi immersa subito in un'atmosfera a metà tra il libro della Des Barres e Mullholland Drive, ma invece mi trovo in una versione da motel di THE OC.
Avendo acquisito una certa cultura sulla scena rock degli anni 60 e 70 di questi posti, trovo impensabile non poter raggiungere quando voglio tutti i posti che mi ero prefissata ma Los Angeles è anche questo: non hai una macchina, non ti muoverai dal posto in cui stai. E così più o meno è andata.
A suon di $, il quarto giorno di permanenza, riesco, insieme alle mie compagne di viaggio a raggiungere Holllywood; bene, è fatta, direte voi. Non proprio. Si prospetta un lungo pellegrinaggio sull'Hollywood Boulevard per ammirare la Walk of Fame, che di straordinario non ha proprio nulla... anche se le foto di rito non me le sono fatte mancare (no, non le allegherò). E, dato che anche uno che non fosse mai stato in un posto più esteso di Moncenisio si sarebbe saputo orientare nella versione così dannatamente geometrica delle strade californiane, io mi sono persa e, mentre avevo previsto di raggiungere la mia prima, agognata tappa musicale prima del tramonto, mi sono dovuto ricredere e accontentare di farci un giretto veloce veloce prima che i battenti chiudessero (qua però vanno ringraziate le mie famose, ormai, compagne di viaggio che mi hanno aspettato fuori fino alla chiusura, stanche e forse anche un po' già scocciate da questa mia perversione per tutto ciò attraverso cui corressero delle note musicali).

- scusate, devo cambiare la traccia musicale che sto ascoltando per scrivere questa marea di stupidaggini, d'altronde, non pretenderò mica di scrivere qualcosa di decente sulla scena californiana e su questo viaggio ascoltando gli Smiths?! No, proprio. Ah, si. Morrison Hotel, molto meglio. -

Quindi, questo è quello che mi si prospetta, da fuori:


e da dentro :


(questa foto dell'interno non rende per niente la dimensione del negozio).


La mia prima tappa ha riguardato così l'Amoeba Music store di Hollywood, uno dei più grandi negozi di musica indipendenti del pianeta (se non il più grande).

Breve cronistoria: il primo negozio della "catena" (devo trovare un rimpiazzo a questo termine che cozza un po' con il concetto di spazio indipendente) apre nel 1990 a Berkeley, cittadina della Bay Area famosa per la sua università e per i suoi trascorsi politici nel 1968 (ci torneremo). Nel 1997 apre il secondo store, a San Francisco nello storico quartiere di Haight Ashbury (vi dice qualcosa? anche di ciò parleremo a tempo debito). Ultima ma non meno importante, la location di Hollywood è stata aggiunta nel 2001 e occupa una porzione considerevole tra il Sunset Boulevard e Cahuenga Bvd.

Ho avuto la fortuna di visitare queste due ultime locations ed è stata un'esperienza incredibile.
Lo store di Los Angeles è famoso per ospitare frequentemente delle sessions musicali (Paul McCartney ci ha addirittura registrato un EP durante un live - Amoeba's Secret- ). Migliaia di persone ogni giorno attraversano le porte di Amoeba per perdersi tra i milioni di dischi, vinili, dvd e anche videogames e oggettistica varia, nuovo o usato, non importa. Per un musicofilo è come trovarsi "in a musical candy store" (cit. da www.amoeba.com).
Uscita dal negozio, il mio portafogli si era alleggerito di molto, la mia shopping bag targata Amoeba era piena di prelibatezze sonore e finalmente, per la prima volta da quando mi trovavo nella città degli angeli con la consapevolezza musicale più alta che fino ad allora avessi mai raggiunto, ero soddisfatta.

♪ ♫ - Patti Smith - "Redondo Beach" (in "Horses", 1975)
♪ ♫ - The Doors - "Morrison Hotel", 1970

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